Malattie cardiache e depressione: un legame biunivoco

Le persone con malattie cardiache hanno maggiori probabilità di soffrire di depressione, ed è vero anche il contrario. Ora, gli scienziati dell'Università di Cambridge ritengono di aver identificato un legame tra queste due condizioni: l'infiammazione - la risposta del corpo a fattori ambientali negativi, come lo stress.


Mentre l'infiammazione è una risposta naturale necessaria per combattere l'infezione, l'infiammazione cronica - che può derivare da stress psicologico e fattori di stile di vita come il fumo, l'assunzione eccessiva di alcol, l'inattività fisica e l'obesità - è dannosa.
Il legame tra cardiopatia e depressione è ben documentato. Le persone che hanno un attacco di cuore hanno un rischio significativamente più elevato di sperimentare la depressione. 
"È possibile che le malattie cardiache e la depressione condividano i meccanismi biologici sottostanti comuni, che si manifestano come due diverse condizioni in due diversi organi: il sistema cardiovascolare e il cervello", afferma il dott. Golam Khandaker, Wellcome Trust Intermedio Clinical Fellow presso l'Università di Cambridge. "Il nostro lavoro suggerisce che l'infiammazione potrebbe essere un meccanismo condiviso per queste condizioni".


In uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, il dott. Khandaker e il collega Stephen Burgess hanno guidato un team di ricercatori di Cambridge che ha esaminato questo link studiando i dati relativi a quasi 370.000 partecipanti di mezza età della Biobanca britannica.
In primo luogo, il team ha esaminato se la storia familiare di malattia coronarica era associata al rischio di depressione maggiore. Hanno scoperto che le persone che hanno riportato almeno un genitore morto di malattia cardiaca avevano il 20% in più di probabilità di sviluppare la depressione ad un certo punto della loro vita. 
Successivamente, i ricercatori hanno calcolato un punteggio di rischio genetico per la malattia coronarica - una misura del contributo apportato dai vari geni noti per aumentare il rischio di malattie cardiache. La malattia cardiaca è una cosiddetta malattia "poligenica", in altre parole, non è causata da una singola variante genetica, ma piuttosto da un gran numero di geni, ognuno dei quali aumenta le probabilità di sviluppo di una malattia cardiaca di una piccola quantità. A differenza della storia familiare, tuttavia, i ricercatori non hanno trovato una forte associazione tra la predisposizione genetica per le malattie cardiache e la probabilità di sperimentare la depressione.


Insieme, questi risultati suggeriscono che il legame tra cardiopatia e depressione non può essere spiegato da una comune predisposizione genetica alle due malattie. Invece, implica che qualcosa nell'ambiente di un individuo - come i fattori di rischio a cui sono esposti - non solo aumenti il ​​rischio di malattie cardiache, ma allo stesso tempo aumenti il rischio di depressione.
Questa scoperta è stata ulteriormente supportata dalla fase successiva della ricerca del team. Hanno usato una tecnica nota come randomizzazione mendeliana per indagare su 15 biomarcatori - "bandiere rosse" biologiche - associati ad un aumentato rischio di malattia coronarica. La randomizzazione mendeliana è una tecnica statistica che consente ai ricercatori di escludere l'influenza di fattori che altrimenti confondono uno studio, come lo stato sociale.
Di questi biomarcatori comuni, hanno scoperto che i trigliceridi (un tipo di grasso presente nel sangue) e le proteine ​​correlate all'infiammazione IL-6 (interleuchina 6) e CPR (Proteina C reattiva) erano anche fattori di rischio per la depressione.


Sia IL-6 che CPR sono marker infiammatori prodotti in risposta a stimoli dannosi, come infezioni, stress o fumo. Studi del Dr Khandaker e altri hanno dimostrato in precedenza che le persone con livelli elevati di IL-6 e CPR nel sangue sono più inclini a sviluppare depressione e che i livelli di questi biomarcatori sono alti in alcuni pazienti durante l'episodio depressivo acuto. Marcatori elevati di infiammazione si osservano anche nelle persone con depressione resistente al trattamento.
La dott.ssa Sophie Dix, direttore della ricerca di MQ, afferma: "Questo studio aggiunge nuove importanti informazioni sull'emergenza e il rischio di depressione, un'area significativamente sotto ricerca. Avere una visione olistica della salute di una persona - come guardare insieme le malattie cardiache e la depressione - ci consente di capire come fattori come le esperienze traumatiche e l'ambiente abbiano un impatto  sulla nostra salute fisica e mentale".


"Questa ricerca mostra chiaramente i cambiamenti biologici condivisi che sono coinvolti. Ciò non solo apre opportunità per una diagnosi precoce, ma crea anche solide fondamenta per esplorare nuovi trattamenti o utilizzare trattamenti esistenti in modo diverso. Dobbiamo smettere di pensare alla salute mentale e fisica separatamente e continuare in questo modo a riunire le scienze per creare un vero cambiamento".

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