I ricercatori esplorano il collegamento tra l'esposizione ai metalli e i sintomi del morbo di Parkinson


Un nuovo studio dei ricercatori biomedici della Iowa State University fa luce sui processi biologici mediante i quali l'esposizione ad alcuni metalli può contribuire all'insorgenza di sintomi simili al morbo di Parkinson.



Lo studio, pubblicato oggi sulla rivista scientifica Signal Signaling, si concentra sul manganese metallico, che ha un'ampia gamma di usi industriali. Anumantha Kanthasamy, professore in Medicina Veterinaria e  Linda Lloyd professoressa di Neurotossicologia, hanno detto che la ricerca descrive in dettaglio come l'esposizione al manganese può portare a proteine ​​mal ripiegate nel cervello, che causano una malattia neurologica. Kanthasamy ha detto che i risultati potrebbero portare a un  rilevamento più precoce della malattia e a migliori risultati per i pazienti.



Piccole quantità di manganese sono necessarie per il corretto funzionamento del corpo umano, ma troppa esposizione è stata collegata a sintomi neurologici molto simili a quelli sperimentati dai pazienti con malattia di Parkinson. I legami tra manganese e disordini neurologici sono stati notati dagli anni '50, ha detto Kanthasamy, a causa della tendenza del manganese ad accumularsi nei tessuti cerebrali.
L'ultimo studio ha scoperto che il manganese si combina con una proteina nel cervello chiamata alfa-sinucleina. Precedenti studi hanno dimostrato che la proteina era suscettibile ad errato ripiegamento, ma Kanthasamy e i suoi colleghi hanno cercato di scoprire come interagisse con il manganese e in che modo tale interazione facilitasse la progressione della malattia. I ricercatori hanno scoperto che la forma patologica delle proteine, ovvero le  ​​alfa-sinucleine mal ripiegate ("misfolded"), vengono impacchettate in vescicole, che consentono alle proteine mal ripiegate di trasferirsi da una cellula all'altra, come un'attività di semina delle proteine. Queste vescicole provocano l'infiammazione dei tessuti e possono portare a una risposta neurodegenerativa.



Lo studio ha rilevato che i saldatori esposti al manganese presentano un maggior contenuto nel siero di alfa-sinucleina mal ripiegata, il che significa che i saldatori hanno un rischio più elevato di sviluppare sintomi di Parkinson, ha detto Kanthasamy.
La ricerca potrebbe contribuire a un nuovo test medico per rilevare la presenza di proteine ​​alfa-sinucleina mal ripiegata. Ciò potrebbe portare a un rilevamento più precoce del morbo di Parkinson.
"Con il progredire della malattia, è più difficile rallentarlo con i trattamenti", ha detto Kanthasamy. "Un rilevamento precoce, magari testando l'alfa-sinucleina mal ripiegata, può portare a risultati migliori per i pazienti. Tale test potrebbe anche indicare se qualcuno è a rischio prima dell'inizio della malattia."



Kanthasamy ha avvertito che la ricerca è ancora in una fase sperimentale, il che significa che potrebbero passare anni prima che un tale test possa essere disponibile.



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