Quanto sale ci vuole veramente per danneggiare il cuore?

Troppo sale fa male, soprattutto perché è associato ad un aumentato rischio di problemi cardiaci - ma quanto è troppo? Un nuovo studio suggerisce che potremmo non doverci preoccupare così tanto di quanto sia salato il nostro cibo.
Il sale da tavola, che usiamo comunemente per insaporire il nostro cibo, contiene sodio. Il sodio, se ingerito in grandi quantità, può portare a una serie di problemi cardiovascolari, tra cui l'ipertensione.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che una persona non dovrebbe consumare più di 2 grammi di sodio al giorno, ovvero circa 5 grammi di sale al giorno.
L'American Heart Association (AHA) raccomanda non più di 2,5 grammi di sodio al giorno, anche se affermano che l'assunzione ideale è di non più di 1,5 grammi al giorno per un adulto.




Tuttavia, i ricercatori di una serie di istituzioni internazionali - tra cui McMaster University e Hamilton Health Sciences, a Hamilton, in Canada, e istituzioni di altri 21 paesi - suggeriscono che questi limiti sono inutilmente bassi.
Il ricercatore Andrew Mente e colleghi hanno condotto uno studio su 94.000 persone di età compresa tra i 35 e i 70 anni, allo scopo di stabilire quanto il sodio sia davvero troppo per la salute del cuore.
Le attuali linee guida, osserva la squadra, spingono per standard che per molti sono irrealistici, visto che il sale è spesso un ingrediente quasi invisibile contenuto da numerosi alimenti confezionati.
"L'Organizzazione Mondiale della sanità raccomanda meno di 2 grammi di sodio al giorni-  un cucchiaino di sale -  come misura preventiva contro le malattie cardiovascolari", dice Mente. Aggiunge, tuttavia, che "ci sono poche prove che le persone non raggiungono mai a un livello così basso". Il nuovo studio, i cui risultati sono ora presenti in The Lancet, suggerisce che possiamo essere più indulgenti sul consumo di sale senza temere che danneggi la nostra salute cardiovascolare.




L'assunzione di sodio leggermente più alta è sicura
Lo studio ha seguito i partecipanti - che avevano sede in comunità in 18 paesi diversi - per un periodo medio di 8 anni.
Mente e i suoi colleghi hanno rilevato che un'elevata assunzione di sodio ha comportato un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e ictus, ma solo nelle comunità in cui l'assunzione media per un adulto era superiore ai 5 grammi al giorno. Ciò equivale a circa 2,5 cucchiaini di sale da cucina, spiegano i ricercatori. In modo incoraggiante, i ricercatori hanno anche notato che meno del 5% dei partecipanti provenienti dai paesi sviluppati ha superato il limite di 5 grammi per l'assunzione di sodio. Nella maggior parte dei Paesi, la maggior parte delle comunità osservate dai ricercatori aveva un'assunzione media di sodio di 3-5 grammi al giorno- o da 1,5 a 2,5 cucchiaini di sale.
Di fatto, tra tutte le popolazioni dello studio, solo quelle dalla Cina hanno mostrato un apporto di sodio costantemente elevato. In particolare, l'80% delle comunità cinesi aveva un apporto di sodio superiore a 5 grammi al giorno.
"Solo nelle comunità con il maggior apporto di sodio - quelle superiori a 5 grammi al giorno - e principalmente in Cina, abbiamo trovato un collegamento diretto tra l'assunzione di sodio e importanti eventi cardiovascolari come infarto e ictus", spiega Mente. D'altra parte, aggiunge, "Nelle comunità che consumavano meno di 5 grammi di sodio al giorno, avveniva l'opposto. Il consumo di sodio era inversamente associato a  infarto e mortalità totale, e [non c'era] aumento di ictus."




Gli interventi comunitari possono aiutare
Anche nel caso di individui che consumano troppo sale da tavola, tuttavia, la situazione non è irreversibile, dicono i ricercatori. Mente osserva che le persone possono facilmente correggere l'equilibrio e proteggere la salute del cuore apportando alcune semplici modifiche alle loro diete, come aggiungere più frutta, verdura e alimenti naturalmente ricchi di potassio.
Un altra dei ricercatori coinvolti nell'attuale studio, Martin O'Donnell, osserva che la maggior parte degli studi sulla relazione tra l'assunzione di sodio e il rischio cardiovascolare finora si è concentrata sui dati individuali, piuttosto che sulle informazioni raccolte da coorti più ampie.
Questo, suggerisce, potrebbe aver distorto le linee guida  in una direzione che è al tempo stesso non realistica e forse troppo cauta.
"Le strategie sulla salute pubblica dovrebbero essere basate sulle migliori prove. I nostri risultati dimostrano che gli interventi a livello di comunità per ridurre l'assunzione di sodio dovrebbero mirare alle comunità con un elevato consumo di sodio e dovrebbero essere incorporati in approcci per migliorare la qualità alimentare complessiva".  -Martin O'Donnell
"Non ci sono prove convincenti che le persone con assunzione moderata o media di sodio debbano ridurre il loro apporto di sodio per la prevenzione delle malattie cardiache e dell'ictus", aggiunge O'Donnell.

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