Quando guarirò, dottore?
Certe volte la malattia è un insegnamento: inizia con lo svegliarci e, se ci mettiamo in ascolto, ci manda dei messaggi che ci permettono di evolvere. Entra nei varchi aperti dalle nostre paure e poi si annida, nelle zone più deboli del nostro corpo, nei rifugi scavati nel tempo dalle nostre emozioni negative. Una volta penetrata, si nutre della nostra energia e, anche se collocata in un determinato spazio del corpo, di fatto si propaga in ogni cellula, cui imprime la sua impronta. La guarigione implica quindi un processo più complesso di pulizia generale, di consapevolezza, piuttosto che la resezione di una parte. Certe volte, infatti, nonostante le operazioni di rimozione, la malattia si ripresenta. Questo perché non era stata compresa e non era stata fatta uscire con un lavoro sulle emozioni, quelle stesse, cioè, che l'avevano fatta entrare.
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