Lattosio, caseina, latte e latticini... ne parliamo?

Ben ritrovati.
Oggi parliamo di uno zucchero: il lattosio, disaccaride formato da 2 molecole: glucosio e galattosio, molecole che molti non riescono più a digerire a causa dell'impoverimento (naturale) che si ha nel corso della vita della lattasi, enzima che le scinde rendendole disponibili all'organismo.
Il lattosio non è, naturalmente, scisso dal latte e dai formaggi che inseriamo nella nostra dieta. Vi propongo la prefazione al libro di Claudio Corvino "Latte e formaggio" Macro Edizioni:

Numerosi studi ormai associano latte e formaggi all’insorgere di cisti, fibromi, tumori, cancro dell’apparato riproduttivo femminile (seno,utero, ovaia); a infezioni dell’apparato urogenitale femminile (Candida, cistiti); all’insorgere di mal di testa e altri sintomi premestruali (PMS), come l’emicrania; alle malattie del sistema cardiocircolatorio (aterosclerosi, trombi, infarti...) a causa dell’enorme quantità di grassi saturi dei latticini; ai più svariati tipi di allergia, sia alimentare che della pelle e dell’apparato respiratorio (asma, raffreddore da fieno); ad un abbassamento delle difese immunitarie che ci rendono esposti facilmente ad ogni tipo di malattie e infezioni (allergie, AIDS); ai problemi del sistema digerente (diarrea, stitichezza per l’assenza di fibre dei latticini). [...] Si ricordi, ancora, il fiorire della mucillagine algosa nell’Adriatico, figlia anche delle nostre bistecche e dei nostri formaggi (prodotti nella Pianura Padana,sulle rive del Po e dei suoi affluenti). Non solo, ma per arrivare alle produzioni record di latte che si raggiungono oggi, quali e quante sono le sofferenze che siamo costretti a infliggere a queste mansuete creature? Se solo qualcuno si azzardasse a trattare così il proprio cane o gatto verrebbe immediatamente arrestato per crudeltà mentale. [...] E poi comunque il latte che arriva sulle nostre tavole è ancora parente alla lontana della mucca, o non è invece più vicino alla potente industria chimica, che ci regala così i suoi derivati? Sarebbe proprio un duro colpo scoprire che quell’alimento così perfetto, in realtà nasconde veleni, misfatti e conseguenze catastrofiche per la nostra salute e per quella dell’intero pianeta. Ad esempio il problema della fame nel mondo nasce anche dall’uso estensivo dei prodotti animali che in termini energetici costano enormemente di più di quelli vegetali; assorbono quindi ricchezza invece di distribuirla e generano ingiustizie sociali. [...] Provate a fare voi stessi dei piccoli test di conferma. Provate a visitare un allevamento, chiedete che trattamento subiscono le mucche, indagate sulle abitudini alimentari di conoscenti e amici che sviluppano le malattie sopra menzionate: in particolare il collegamento più semplice e diretto è fra consumo di latticini e la formazione di cisti e fibromi nella donna. Se siete voi stessi consumatori di latticini, cosa c’è di più semplice che abbandonarne l’uso per alcune settimane e vedere come ci si sente: rimarrete meravigliati! Poi provate a bere di nuovo un po’ di latte o ad assaggiare un pezzo di formaggio: la sorpresa sarà ancora maggiore!

Questo video considera poi  la caseina, presente nei formaggi, come "sostanza chimica cancerogena". Il relatore è il famoso scienziato americano Colin Campbell:

Aggiungerei anche un altro aspetto, per chi vuole diventare vegan per scelta etica: per produrre il latte, è necessario che la mucca partorisca, quindi le viene sottratto il suo piccolo. Ho trovato in internet questa lettera, che viene riportata da molti siti ed è una denuncia risalente al marzo del 2002:
12 marzo 2002 - Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada. Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone. L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono". Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa.

Tutto questo, come si comprende, avviene perché c'è grande richiesta di mozzarella di bufala. Naturalmente su questo girano anche foto in internet, che non posto per non turbare  la vostra sensibilità.

Possiamo tranquillamente quindi fare a meno di latte, formaggi e mozzarelle... anche per la pizza, e vi saluto così, con una bella ricetta di pizza... cruelty free :-)

Ecco dunque un'idea per produrre una deliziosa pizza fatta con farina di farro e priva di latticini. Questa è fatta con i carciofi: naturalmente la verdura può variare a seconda della stagione.

Pizza ai carciofi

Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta:
210 ml di acqua
350 gr di farina di farro (appena macinata)
Una bustina di lievito pasta madre di farro in polvere
1 cucchiaino di sale marino integrale
1 cucchiaino di zucchero di canna integrale

Per il condimento:
Passata di pomodoro
4 carciofi
il succo di mezzo limone
poca acqua
peperoncino q.b.
sale q.b.

Per la macchina del pane: impostare nella modalità impasto+lievitazione; si può anche fare l'impasto a mano, lasciandolo poi lievitare per almeno 90 minuti prima di lavorarlo. Se si usa la macchina, prima mettere l'acqua, poi la farina, quindi fare 2 piccole fossette nella farina e mettervi in una il sale e lo zucchero di canna e nell'altra il lievito, in modo che il lievito non venga in contatto con gli altri due. Mentre la macchina lavora la farina, pulire i carciofi, eliminando le foglie esterne, tagliarli a spicchietti ed immergerli in acqua con il succo di limone, quindi scolarli e metterli in un pentolino con il sale e poca acqua a cuocere per 20 minuti, unendo altra acqua se occorre. Una volta lievitato l'impasto, stenderlo su una teglia antiaderente, farcire con il pomodoro e i carciofi, mettere un po' di sale e il peperoncino, quindi porre in forno per 20-25 minuti a 200°.

Tante idee, ricette e consigli sono presenti anche nei miei libri. Se vi piacciono, acquistateli e regalateli ai vostri amici (così mi incoraggiate a scriverne altri :-)
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__piggasus-e-il-pianeta-vegamo-libro.php?pn=2658
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__cucina-vegana-e-metodo-kousmine-libro.php?pn=2658


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