Le 10 regole del controllo sociale di Noam Chomsky

Avram Noam Chomsky, linguista, filosofo, storico, teorico della comunicazione, professore emerito al Massachusetts Institute of Technology, ha scritto queste 10 regole del controllo sociale.
Cosa ne pensate?

1) La strategia della distrazione.
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche ,con un flusso continuo di informazioni, spesso insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.
Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali.

2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato: Problema > Reazione > Soluzione.
si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico, in modo che sia questa la ragione delle misure che si desidera far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi una violenza urbana, organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le politiche di sicurezza  a discapito della libertà.

3) La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, con il contagocce, per anni consecutivi.

4) La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come dolorosa e necessaria, ottenendo l’applicazione pubblica nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato: primo, perchè lo sforzo non è quello impiegato immediatamente, secondo, perchè il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza di sperare ingenuamente che tutto domani andrà meglio e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo da più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5)  Rivolgersi alle persone adulte come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse un bambinoi o un deficiente.
Quando più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile.
Perché?
Se qualcuno si rivolge a una persona come se avesse dodici anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà con una certa probabilità ad una risposta o reazione come quella di una persona di dodici anni o meno.

6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e del senso critico.
Inoltre, l’uso del registro emotivo, permette di aprire la porta di accesso all’inconscio, per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile.

8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9) Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo che è solo lui il colpevole delle sue disgrazie per insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
Così, invece di ribellarsi contro il sistema, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, con la conseguente’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione.

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
Negli anni ’50 i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Il sistema è riuscito quindi a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su se stesso.





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