Cosa fareste?

Vorrei farvi riflettere su una cosa. Allora: c'è una persona, questa persona ha il cancro. Il cancro ormai è andato oltre. Sì, è partito dal fegato, ma ormai è in metastasi ed alcune cellule sono migrate altrove; tra l'altro non sappiamo neanche dove siano, perché queste cellule sono abili a nascondersi. Si sono infiltrate e sono pronte a invadere il tessuto sano in qualsiasi momento. Quindi vi chiedo: cosa fareste?  Bombardereste di chemioterapia quel fegato, da cui è partito tutto, da cui ha avuto origine il cancro metastatico, oppure provereste a fare qualche altra cosa, a fare un passo diverso? Distruggere con la chemio il fegato non produrrebbe certo un risanamento del corpo. Credo che l'unica via possibile sia quella di agire sulle cellule sane, quelle che ancora sono lì, che vogliono vivere e che possono unirsi, rafforzarsi e portare una luce risanatrice. Allo stesso modo sono convinta che non possiamo combattere l'odio con l'odio, bombardare città, distruggere "cellule cancerose" nella loro terra d'origine. La violenza genera altra violenza, come una lunga catena senza fine. Ciascuno di noi può fare la differenza, non farsi prendere da sentimenti di vendetta, che generano distruzione ovunque, anche in chi li prova. Impariamo piuttosto a  portare luce e quindi ad unirci nell'amore e, citando il titolo di un documentario del mio amico e fratello d'anima Thomas Torelli, fare adesso una vera reLOVution.

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