Ama i tuoi nemici
Questo precetto dei Vangeli può essere
letto in modo introspettivo, per quanto riguarda l’amare i nemici che si
annidano nel regno sotterraneo di noi stessi. Chi sono dunque i nostri nemici?
Le nostre paure, il senso di colpa, la gelosia, il tradimento. I nostri nemici
sono quelle parti di noi che non ci piacciono, che non amiamo, è tutto ciò che
ripudiamo e cacciamo dentro il buio della nostra inconsapevolezza per non
vederlo. Questi nemici nascosti possono però essere “stanati”. Un meccanismo
che adottiamo per difenderci da questi è infatti la proiezione: li cacciamo
all’esterno e lì prendono vita, evidenziandosi in difetti che attribuiamo agli
altri. Nel processo di risveglio sta anche il comprendere e vedere le nostre
proiezioni, per integrare quella parte di noi che non accettiamo nella totalità
del nostro essere. Come fare, dunque? Bisogna iniziare ad ascoltare i nostri
giudizi e ad osservare consapevolmente il mondo esterno, prendendoci la
“responsabilità” di ciò che di spiacevole ci sta accadendo. Se accuso l’altro
di tradirmi, mi chiedo “Come io lo sto tradendo?”. Se giudico l’avarizia di chi
mi sta vicino, mi posso chiedere. “Cos’è che io non do, cosa non riesco ad
offrire, in cosa mi trattengo nei suoi confronti?”. Spostare la responsabilità
dall’altro a noi stessi, permette di guardare negli occhi il nostro “vero
nemico”, accettarlo e quindi amarlo, in modo che non possa agire di nascosto. Ed
in questo modo riusciamo a comprendere che
il nostro nemico è come un cucciolo
ferito che ha bisogno solo di amore per crescere sano e forte, senza la necessità di aggredire per proteggere le proprie
ferite. (Marilù Mengoni)
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